Da parte dei consumatori però c'è indubbiamente più attenzione e lo provano i tentativi di sperimentare nuove vie di approvvigionamento come i negozi specializzati bio, i farmers market, i GAS (gruppi d'acquisto solidale), il roof gardening sui grattacieli di New York ma anche su balconi e tetti di una realizzazione sperimentale di Milano presentata da Federica Marra alla recente due giorni dalla BARILLA ACCADEMY FOR FOOD AND NUTRITION. Per non parlare della gente che ha intensificato gli acquisti in campagna o che coltivano orti dove possono spesso rifornendo amici e parenti.
Federica Marra è una ricercatrice italiana ma lavora sia in Olanda che in Giappone |
Tutto questo potrà portare nel giro di pochi anni, anche prima dell'appuntamento dell'EXPO2015 di Milano, a grandi cambiamenti. La crisi porta miseria ma spinge anche verso l'innovazione. Chi prima e meglio si adegua meglio resisterà.
L'aneddoto è il seguente:
"Quando da studente facevo contemporaneamente l'operaio in un supermercato, il reparto ortofrutta era considerato da noi una sorta di cayenna del super, la fossa delle Marianne. Il reparto peggiore, più faticoso fisicamente e dove venivano mandati i peggiori, quelli senza alcuna opportunità di carriera interna, quelli con la peggior propensione al rapporto con il cliente. Sto parlando del periodo '96 - '99 e quindi non so se le cose oggi siano cambiate. Un caporeparto ortofrutta rimaneva quello a vita, un caporeparto generi vari era invece il trampolino per diventare direttore del negozio. Quando mi ci mandarono, un mese prima della mia laurea, mi dissero: "tanto a breve te ne andrai, quindi ti mandiamo in ortofrutta, lasciando il tuo posto nei generi vari a qualcuno sul quale puntare". Non so se le cose siano cambiate, ma di strada da fare, proprio all'interno della cultura interna nel settore ortofrutta di un super, mi sa che ce n'è moltissima."
Lascio ai lettori le conclusioni ma una cosa è certa: c'è tanto futuro per chi capisce ed ha voglia di lavorare.
Nessun commento:
Posta un commento