Twitter  LinkedIn

mercoledì 11 giugno 2008

Italia che cambia - mangiando meno frutta

Da un recente sondaggio appena concluso dal portale specializzato in ortofrutta www.Myfruit.it si ha la conferma che anche in Italia il consumo di ortofrutta è scivolato a livelli patologici. Nonostante la campagna del"five a day" oppure "i cinque colori" in Italia, nonostante le evidenze scientifiche ed i consigli di tutti i medici l'apporto di frutta e verdure diminuisce mentre il peso medio delle persone aumenta.

Da un lato è consolante che nessuno abbia dichiarato di mangiare zero porzioni (sia fresca che conservata compresi anche i succhi), ma è per tutta la filiera opprimente constatare che il 50 percento mangia massimo 2 porzioni. Un terzo consuma da 3 a 5 porzioni e grazie a Dio il 16 percento (i heavy consumers) va oltre questo limite.

Ma c'è una logica dietro tutto questo: E' risaputo che nel mondo in cui viviamo si vende solo quello che viene riportato a memoria ogni giorno con l'aiuto dei media ed il resto viene dimenticato. Fino a quando i produttori non si decidono di stanziare almeno il 3 % del loro fatturato per una comunicazione costante ed efficiente la situazione non può che peggiorare ulteriormente ed il trend degli ultimi anni non cambierà.

I marketing managers dei distributori all'ingrosso ed al dettaglio dovrebbero comprendere che il 16 % consuma il 33 % della frutta offerta e che ci vorrebbe qualche sforzo promozionale per convincere il segmento dei 3-5 frutti di passare a quello più alto per ottenere ottimi risultati.

domenica 8 giugno 2008

Farmer's Markets - Tardiva protesta

Come segnalato da un blog scanzonato come Guglielmo Tell prima delle elezioni di aprile, non solo il governo Prodi ma anche il PDL di Berlusconi aveva nel programma elettorale i farmer's markets.

Perchè il presidente nazionale dei fruttivendoli, Dino Abbascià, si fa ssentire solo oggi? Leggo su www.fruttaonline.it del 6 giugno 2008 che avrebbe affermato che "....i farmer’s markets introducono elementi di concorrenza sleale nel settore della distribuzione, danneggiando le imprese commerciali...".

Riporto quanto scritto su www.guglielmotell.it in data 3 marzo sotto il titolo: Berlusconi copia programma (prodotti agricoli ecc.)
"Bisogna leggere i programmi elettorali in dettaglio per capire il retropensiero dei nostri rappresentanti politici. Al punto A/5 cioè Prima Missione Rilanciare lo Sviluppo, punto numero 5 Berlusconi scrive testualmente "... riduzione dei passaggi dal campo alla tavola dei prodotti agricoli, diffusione dei mercati gestiti direttamente dai produttori agricoli".

Dina Abbascià e con lui tutti quelli che per fare onestamente il mestiere di commercianti nel settore dei prodotto agricoli pagano regolarmente le tasse avranno dunque poche speranze di cambiare oggi questa situazione. Secondo me dovrebbero utilizzare i media per raccontare al grande pubblico quanto distribuire prodotti alimentari è un mestiere meritorio ed utile come e più di tanti altri. Purtroppo l'imagine spesso prevalente è ancora quella dei commercianti parassiti, speculatori e truffatori.