Twitter  LinkedIn

domenica 21 marzo 2010

I MEZZI DI COMUNICAZIONE: STORIA VISSUTA

EVOLUZIONE DEI MEZZI A DISPOSIZIONE DI UN OPERATORE COMMERCIALE.


Ogni tanto mi vengono in mente i miei primi contatti con la comunicazione moderna. Sono nato nel 1938, ben dopo l’invenzione della radio ma anche molto prima dell’introduzione della TV in Italia.

A parte la radio che era compagna naturale della giornata e di tutta la famiglia, ed il Corriere della Sera che era il compagno prediletto di mio padre ricordo il telegramma.

ANNI ’50, IL TELEGRAMMA:
Essendo mio padre stato un rappresentante di commercio la comunicazione (anche quella fisia con l’autovettura) era per lui pane quotidiano. Ogni tanto aveva da fare missive urgenti anche dopo cena ed allora mi chiese di prendere la bicicletta per andare a fare un telegramma o due alla posta che era distante 10 minuti da casa nostra.

In casa avevamo il telefono (un numero di sole 4 cifre) ma si vede che non era stata ancora introdotta l’accettazione da parte delle poste di telegrammi via telefono.

ANNI ’60, LA TELESCRIVENTE
Quando nell’anno 1957 ero a Monaco di Baviera per fare un periodo di apprendistato (stage si direbbe oggi) la telescrivente era già di uso quotidiano negli uffici. In Italia siamo riusciti fra i primi (nel 1964) ad avere a disposizione la telescrivente che era importante soprattutto per i collegamenti con i clienti esteri. Era infatti l’unico mezzo capace di collegarci immediatamente con i mercati lontani perché si poteva fare i numeri diretti.

Questo non era possibile con il telefono che in mancanza di prefissi nazionali e poi internazionali richiedeva l’intervento della TIM di allora. Non mi voglio soffermare sulle snervanti attese che comportava la prenotazione di una conversazione con Milano o con Londra intervallata spesso da chiamate del seguente tono: “…ho chiesto di parlare con Ferrara ormai 20 minuti fa e sono ancora in attesa di collegamento, vorrei pertanto sollecitare la telefonata….”

Non credo che questo sollecito cambiasse il destino della mia attesa ma così facevamo tutti con la speranza che la signorina all’altro capo del filo avesse compassione. Si sapeva infatti che tutti i collegamento venivano fatti manualmente su grandi armadi con innumerevoli spine, cavi e numeri di riferimento. Spostare in avanti nella lista cartacea un utente poteva anche essere possbile o almeno così ci sembrava e così ogni tanto sicuramente succedeva.

La telescrivente sarebbe stata bella ove servisse solo alla trasmissione di un testo ma così non era. Regolarmente si faceva trattative per concludere affari e definire prezzi e la tensione della disputa veniva spesso aggravata dalla snervante lentezza del mezzo che si basava sulla scrittura sulla tastiera.

ANNI ’70: LA TELESELEZIONE TELEFONCIA
Ero ormai stabilmente a Vignola da dove partirono per i mercati interi ed esteri le meravigliose ciliegie che erano da decenni conosciuti in Italia ma che nel dopoguerra si sono affermate anche sui mercati esteri grazie all’eccellente qualità intrinseca ed in seguito dal marchio del consorzio della ciliegia tipica, primo esempio di garanzia e comunicazione nel settore ortofrutticolo italiano.

Ormai le grandi città erano servite dalla teleselezione ma in provincia si profilavano anni di attesa. L’unico metodo per collegarci pertanto alla rete telefonica diretta internazionale era l’istallazione, del tutto eccezionale, di una linea diretta fra Vignola e Bologna che ci permetteva da quel momento in poi di collegarci con molti paesi europei girando con pazienza il disco tondo che era la tastiera di ogni apparecchio telefonico. Ci sembrava toccare il cielo con un dito.

ANNI ’80: IL FAX (DA FACSIMILE) E TELEFONI PORTATILI
Certi clienti avevano l’esigenza di inviarci esemplari di etichette oppure di disegni esplicativi e ci dissero che il mezzo migliore era un aggeggio che si chiamava FAX. Nel giro di poche settimane anche nel nostro ufficio trovò il suo posto un nuovo apparecchio che tutt’ora serve in certi momenti.

Da non dimenticare la diffusione dei telefoni portatili che in quegli anni nonostante i costi ancora alti erano diventati accessibili anche al grande popolo degli agenti commerciali. Si trattava di apparecchi del peso di uno-due KG che potevano essere montati anche sulle autovetture. La strada verso l’uso dei cellulare come li conosciamo oggi era aperta ed il progresso è soprattutto scadenzato dalla diminuzione progressiva del peso della batteria.

ANNI ’90: LA RIVOLUZIONE DEL PC (PERSONAL COMPUTER) E LA POSTA ELETTRONICA
Se si pensa che i floppy disc erano ancora la novità negli anni ’80 si capirà che solo gli anni ’90 hanno visto l’introduzione massiccia dei PC negli uffici delle ditte commerciali. Da allora in poi tutto si è svolto in rapida successione ed è ancora il presente. E’ impossibile parlare in modo conciso di tutto quanto ha portato il computer da quando Internet si è diffusa in modo così potente. Una delle conseguenze è stata anche la posta che da quel momento ha potuto raggiungere milioni di persone elettronicamente.

ANNI ‘2000: SKYPE E NON SOLO
L’evoluzione è ormai frenetica e la comunicazione è impazzita. Non per niente i vecchi mezzi come la carta stampata ed in parte anche la Televisione sono in crisi e le potenzialità del WEB sono già notevoli ma fanno appena adesso intravvedere le immense possibilità delle future applicazioni.

Oggi sono in voga Facebook, Twitter o similari e già abbiamo dimenticato quanta meraviglia ha destato e quanto seguito ha avuto “second life” solo pochi anni fa. Una descrizione più dettagliata della situazione sarebbe interessante ma non deve essere compito di uno “storico” come me che ha solo voluto con queste annotazioni ricordare il breve ma interessante camino della comunicazione e dei mezzi che la sostengono come è stato vissuto di persona fin dalla propria gioventù..

lunedì 15 marzo 2010

Commercio non più commercio

Da tempo la componente commerciale di quanto fanno i commercianti è diminuita considerevolmente e spesso si è ridotta al lumicino. La componente "servizi" è andata via via aumentando fino a diventare quasi sempre la discriminante. Un commerciante al dettaglio non lo si può più immaginare senza un corollario infinito di servizi. Basta pensare ai centri commerciali. Ma anche un grossista senza tutta la serie di mezzi di appoggio come preconfezione dei prodotti alimentari, consegne a domicilio, promozione, pubblicità ecc. ecc. non può più esistere.

Ecco perchè è giusto sottolineare come ha fatto recentemente il sottosegretario allo Sviluppo con delega al Commercio Adolfo d'Urso al convegno delle PMI di Modena che il PIL italiano è prodotto per il 40 % dai servizi. Bisogna aggiungere che anche l'occupazione è offerta nel 40 % dei casi dalle aziende di servizio.

Da qui parte tutta una serie di considerazioni che potranno aiutare le autorità ad uscire dalla crisi che ancora attenaglia le nostre economie in tutto l'occidente. Non basterà infatti saper fabbricare prodotti d'eccelenza ma bisognerà anche saper distribuirli in tutto il mondo. Che distribuire è più difficile che produrre è ormai accettato dalla maggioranza degli esperti e gli investimenti che in futuro andranno in tal senso non saranno certamente sbagliati.

Per avere una conferma basta leggere il resoconto del Forum del marzo 2010 di Cernobbio della Confcommercio. Il presidente Sangalli ha spiegato in dettaglio le priorità degli interventi necessari e ministri come Tremonti, Sacconi ed altri hanno confermato: Il futuro è del terziario!

.