Nota successiva alla pubblicazione: Su segnalazione di un lettore ho precisato che la fusione fra organizzazioni professionali nel caso di ITALIA ORTOFRUTTA non ha interessato Uiapoa e Unaproa ma UIAPOA e UNACOA. Unaproa collabora comunque con Italia Ortofrutta presentando un documento comune in merito alla prossima riforma OCM Unica.
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La situazione del settore ortofrutticolo italiano è drammatica. Stretto fra la concorrenza di paesi low cost (vedi oggi Marocco) e consumi interni che calano l’uscita di sicurezza sarebbe l’export. Purtroppo anche questo, che in quasi tutto l’agroalimentare italiano “tira”, trova quasi tutte le porte sbarrate.
La stagione invernale in corso con le sue contraddizioni non permetterà un giudizio nitido e condiviso perché se anche i prezzi quotati in chilogrammi non figureranno male, il ricavo a ettaro sarà ancora in calo per via della scarsa resa per ettaro.
La strada per rimontare sarà lunga e tortuosa e bisognerà mettere in campo tutte le armi oggi a disposizione della concorrenza e quindi anche nostra.
L’immagine dell’ortofrutta
Una ripresa vera di tutta l’ortofrutta, ma soprattutto della frutta fresca non potrà fare a meno di un nuovo indirizzo culturale. Al momento attuale l’immagine della frutta è ancora ai livelli minimi. Potremmo rassomigliarla a quella del vino ante scandalo Metanolo. Allora il vino era un prodotto di massa, di bassa qualità,di basso prezzo ed anche i consumatori erano poco considerati.
Con l’aiuto di Veronelli e dell’ICE le cose cambiarono rapidamente: Luigi Veronelli diede smalto e status al vino ed elevò i bevitori alla stregua di gourmet ad altissimi livelli. L’ICE concentrò tutte le sue forze, le sue strutture globali e probabilmente anche gran parte delle risorse finanziarie per promuovere la bevanda italiana in ogni angolo della terra.
Nel giro di relativamente pochi anni le sorti del vino conobbero successi ed in seguito anche conquiste inimmaginabili solo uno o due lustri prima. Questo nonostante il vino come fattore salutistico sia ben lontano da quello dell’ortofrutta. L’immagine del vino è salito al settimo cielo apprezzato e sostenuto dalle giovani generazioni quasi più che da quelle precedenti.
Un esempio sia il fatto che mentre i giornalisti specializzati in ortofrutta si contano sulle dita di una mano quelli impegnati nel vino sono migliaia. Non solo: mentre quasi nessuno dei pochi scrive articoli sull’ortofrutta su giornali e riviste gratis e per passione quelli del vino si cementano gratis e con passione su centinaia di prodotti cartacei e migliaia di blog in Internet.
L’immagine dell’ortofrutta è al momento è quella di un prodotto povero, difficile, privo di garanzie, poco attraente in fatto di gusto. E’ anche poco spiegato, poco pubblicizzato, poco promosso ed ergo poco considerato. Di conseguenza ogni prezzo viene considerato esagerato. L’enfasi sulla scarsa remunerazione del produttore che ben che vada riesce ad incassare solo il 17-19 % f il resto.
All’estero le cose non vanno meglio. I prodotti agroalimentari italiani godono di ottima reputazione, tant’è vero che spesso vengono imitati o subiscono la concorrenza di prodotti locali commercializzati con marchi “italiansounding”. Per l’ortofrutta niente di tutto questo. Quasi tutto viene considerato alla stregua di commodity (e quasi sempre lo è) dove i prezzi ed i servizi a supporto sono i fattori predominante.
L’unico organismo esistenti in Italia che possa almeno tentare di orientare la percezione del grande pubblico prima Italiano e poi Estero è Ortofrutta d’Italia, un ente nato come costola del CSO di Ferrara che raggruppa già adesso una ventina fra i commercializza tori più importanti del paese includendo una gran parte delle specie importanti nell’assortimento di un punto vendita al dettaglio.
E’ un organismo vicino al consumatore del quale cerca di capire le esigenze. E’ pertanto anche attrezzato per parlare al consumatore finale che sempre più deve diventare l’ispiratore delle politiche agricole e tecniche della distribuzione.
Ortofrutta’Italia dovrebbe trovare la forza di investire nell’immagine dell’ortofrutta italiana nel suo insieme anche se un allargamento della compagine sociale si renderebbe necessaria per inglobare strada facendo tutte le specie più coltivate lungo i variegati climi dello stivale italico.
Non vedo perchè non si debba poter essere orgogliosi di trattare l'ortofrutta quando supermercati efficienti usano l'ortofrutta non solo per attirare clienti attraverso un posizionamento ben visibile vicino all'entrata ma confezionano d'alberello degli Auguri di Natale con un'immagine fatta di tante arance impilate una sopra l'altra con una scintillante stella all'apice
Personalmente uso l'argomento della salute quando cerco di convincere un giovane di entrare nel mio staff. In genere il settore non li attrae più di tanto perchè da un lato pensano all'agricoltore come uomo che gira tutto il giorno con gli stivaloni addosso e dall'altro lato l'immagine del cibo più utile che buono non convince. Devono però darmi ragione quando elenco i pregi di lavorare in un ambiente sano che tratta merci sane. Merci che non danneggiano la salute ma anzi la migliorano, merci che non generano dipendenza come invece lo fanno tante altre tipologie. Anche il fatto di essere presenti su tutti i mercati del mondo (il kiwi ne raggiunge già 70) è utilizzabile per aiutare il vissuto del singolo candidato.
E necessario che qualcuno si dia da fare perchè non succeda mai più che un grande dell'agroalimentare italiano come il Sig. Guido Barilla, titolare dell'omonima società BARILLA SPA di Parma, non sappia che l'Italia sia uno dei massimi produttori di kiwi e che lo si esporta in tutto il mondo. Anche persone come lui devono un giorno aiutarci a dare un tono ai nostri prodotti che come contenuti di tecnologia non sono secondi a nessuno. Ma non lo potranno fare se nessuno di noi interessati li informa!!
1 commento:
Letto il tuo post. Come sempre molto interessante.
Ti segnalerei un refuso: Italia Ortofrutta nasce dall'unione di Uiapoa e Unacoa e non Unaproa che continua ad esistere.
http://www.italiaortofrutta.it/chi-siamo
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