Ecco qui un estratto significativo dall'agenda:
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Bisogna prendere misure per assicurare che agli agricoltori non rimanga una quota troppo bassa del valore aggiunto generato lungo le filiere agroalimentari, favorendo una maggiore aggregazione dell’offerta che dia agli agricoltori un adeguata forza contrattuale sul mercato ed eliminando intermediazioni inutili e parassitarie che sottraggono reddito"
COSA C'è MAI DI NUOVO QUI?
Dal mio osservatorio piuttosto completo vorrei segnalare che in certe regioni d'Italia le aggregazioni sono già giunte ai massimi livelli possibili (vedi per es. Emilia Romagna) senza risolvere assolutamente il problema della remunerazione insufficiente dell'agricoltore. Inoltre le cosiddette intermediazioni inutili e parassitarie non esistono più da quando tutti i supermercati si raccordano direttamente con la produzione senza però riusciere a risparmiare una sola delle tante spese che vengono generate durante la vorticosa fase distributiva del fresco.
Un passaggio che segnala invece la giusta attenzione a un dettaglio non trascurabile è il seguente:
Peccato che, almeno finora, nessuno abbia mai puntato sull'ICE per rilanciare veramente l'export ortofrutticolo italiano. Basterebbe armare questo valido ente con le giuste munizioni, come lo si fece dopo lo scandolo del Metanolo nel campo del vino, per poter sperare in un'inversione della tendenza disastrosa degli ultimi 2 decenni.
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