Un tema a me caro è stato introdotto ex novo da Roberto della Casa in un suo fondo recente: la promozione dell'ortofrutta italiana e la promozione del consumo di ortofrutta in genere.
L'aggancio di Della Casa lo trova al Vinitaly in una frase del guru del vino Angleo Gaya che recita: ".....insistere sull'alta qualità, sulla distintività delle nostre tradizioni per aumentare il loro valore perchè, malgrado i primati, le nostre bottiglie in media, valgono un terzo di quelle francesi".
Il vino non è facilmente paragonabile all'ortofrutta perchè non marcisce ma anche un frutto può dare emozioni simili a un bicchier di vino se si tratta di vera qualità. Se pensiamo quanto è sfuggente l'emozione che un giapponese prova di fronte a un albero di ciliegi in fiore capiamo che anche assaggiare un buon grappolo d'uva o un cachi maturo al punto giusto può entusiasmare. Ma devono essere al massimo delle loro proprietà.
Nel vino tutto è partito dopo lo Tsunami del Metanolo. Fino a quel momento almeno in Italia la quasi totalità del vino era massa senza personalità. L'importante era il volume ed il prezzo. Dopo lo scandalo della sofisistcazione, con anche dei morti, il clima era quello giusto per far emergere la vera qualità. E ci si sono messi in tanti a garantire qualità con il coraggio di chiedere il giusto prezzo per quella qualità.
Tutto il resto segue: Se si riesce a ricavare il giusto prezzo si può investire in qualità ed aumentarla anno dopo anno. Prima quel giusto prezzo lo prendevano solo i francesi. Oggi tante etichette italiane riescono a realizzarlo per la gioia propria e dei loro clienti.
LA FRUTTA invece cosa fa? Continua a cercare di contenere i costi e di conseguenza i prezzi per accontentare la GDO. I consumatori sono sempre più insoddisfatti perchè manca il piacere della bontà ed i consumi calano. Di conseguenza l'offerta supera sempre la domanda ed il settore si avvita in una caduta senza fine.
Se nel settore vitivinicolo non si fosse mossa tempestivamente l'Istituto per il Commercio Estero con una campagna promozionale internazionale senza precedenti gli sforzi pur meritevoli dei viticoltori non avrebbero forse prodotto tanto successo. Anche l'ortofrutta potrebbe ripartire dall'eccezionale cirisi di questi anni riorganizzando le produzioni e la distribuzione. La nuova ICE potrebbe essere incaricata di ripetere il miracolo del vino e basandosi sulla professionalità di tutto il settore comunicare al mondo intero che la frutta italiana, oltre a nutrire in modo sano, sa anche creare emozioni.
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