Con l'aiuto di una conferenza stampa ben organizzata il CSO ha pubblicato i numeri dell'ortofrutta che conta in Emilia Romagna: Pesche, Nettarine, kiwi, mele, pere, susine, albicocche e poche altre specie. Dopo il buio dell'anno 2005 si intravvede un po' di luce nel 2006 (cifre definitive) e nel 2007 (stime). A una contrazione innegabile degli ettari coinvolti nella produzione di quasi tutte le specie si registra un aumento dei valori e dei prezzi al consumo. Quanto tutto questo sia frutto delle politiche adottate e quanto alla concomitanza di vari fattori positivi dopo l'accumulo di fattori negativi nel 2005 è difficile da dire ma il cauto ottimismo degli ambienti produttivi e commerciali è innegabile.
Un fatto è certo: con la pubblicazione di questo gran numero di cifre dettagliate tutti possono incominciare a fare del marketing che senza cifre non sa dove incominciare. Purtroppo questi progressi si registrano solo in Emilia Romagna che insieme al Trentino-Alto Adige guida il comparto italiano. Ma con questi esempi altre regioni e sopratutto il governo centrale potrebbe organizzarsi rapidamente per riprendere il timone in mano e non lasciarsi sempre trascinare dalle correnti.
lunedì 18 febbraio 2008
martedì 12 febbraio 2008
Grande Fruit Logistica 2008
Nel settore ortofrutticolo la fiera berlinese Fruit Logistica è una delle realtà più eclatanti degli ultimi anni. Nel giro di poco più di 15 anni è cresciuta dagli iniziali 140 espositori agli odierni 1.800. Ma la cosa ancora più importante è che gli italiani sono al pirimo posto e rappresentano con 317 soggeti presenti il 17 % della partecipazione. Il 70 percento delle ditte che esponogno vengono dalla UE ma oltre 500 arrivano dal resto del mondo. La presenza di Sud Africa, Nuova Zelanda ed Australia è scontata da tempo ma ultimamente ci sono state molte new entry di parte del Sud America. Al punto che secondo testimoni oculari qualificati la presenza di Argentina, Brasile e Chile è più folta a Berlino che non all'equivalente nordamericano PMA. Vedi le foto pubblicate da Myfruit.it
A Berlino si può incontrare, visitare, confrontare tutto quanto l'immaginazione o la necessità suggeriscono. Tutto è mostrato sotto potenti riflettori con grande eleganza e delle volte anche lusso. Al punto che a molti visitatori quasi si impone l'esigenza di pianificare subito la presenza l'anno seguente. L'organizzazione dell'evento è in ottime mani e permette la pianificazione degli incontri con l'aiuto del catalogo dettagliato messo a dispsozione con settimane di anticipo. Chi vuole può pertanto sapere comodamente chi e cosa si può vedere e questo permette grande efficacia e ottimo utilizzo del tempo disponibile. Un regolare frequentatore della fiera, professionista con larghezza di vedute ha sentenziato "non si potrebbe fare meglio". Ma forse il miglioramento possibile sta proprio lì: visto che gli incontri fruttuosi potenziali sono tanti sarebbe bene avere più tempo a disposizione. Iniziare un giorno prima, anche tralasciando il sabato, potrebbe essere la solzuione giusta per far fruttare al massimo l'investimento sia dell'espositore come del visitatore.
A Berlino si può incontrare, visitare, confrontare tutto quanto l'immaginazione o la necessità suggeriscono. Tutto è mostrato sotto potenti riflettori con grande eleganza e delle volte anche lusso. Al punto che a molti visitatori quasi si impone l'esigenza di pianificare subito la presenza l'anno seguente. L'organizzazione dell'evento è in ottime mani e permette la pianificazione degli incontri con l'aiuto del catalogo dettagliato messo a dispsozione con settimane di anticipo. Chi vuole può pertanto sapere comodamente chi e cosa si può vedere e questo permette grande efficacia e ottimo utilizzo del tempo disponibile. Un regolare frequentatore della fiera, professionista con larghezza di vedute ha sentenziato "non si potrebbe fare meglio". Ma forse il miglioramento possibile sta proprio lì: visto che gli incontri fruttuosi potenziali sono tanti sarebbe bene avere più tempo a disposizione. Iniziare un giorno prima, anche tralasciando il sabato, potrebbe essere la solzuione giusta per far fruttare al massimo l'investimento sia dell'espositore come del visitatore.
venerdì 1 febbraio 2008
Commercianti in ordine sparso
Da un po' di tempo le organizzazioni di produttori si fanno sentire spesso. In genere per segnalare calamità, pericoli e trattamenti ritenuti ingiusti. Purtroppo anche loro trovano colpe gravi nella fase commerciale, specialmente nei servizi forniti nel tragitto fra produzione e dettaglio, come del resto fanno molti giornalisti con i loro interventi sulla stampa cartacea ed in TV.
Pertanto La GDO ed i pochi dettaglianti indipendenti rimasti fanno finta di niente e spetterebbe alla vasta schiera di fornitori di servizi commerciali intermedi ed altri a prendere posizione. Quali sono le organizzazioni in grado di esprimere pareri fondati sulla profonda conoscenza dei meccanismi della distribuzione?
Le voci più importanti che pesano sui costi commerciali sono senz'altro la lavorazione, gli scarti in magazzino e sul punto vendita, gli imballaggi, il trasporto ed i margini degli intermediari. Tutti gli attori coinvolti in questi settori dovrebbero rispondere in caso di contestazione. In pratica però sono solo questi ultimi ad avere in mano un quadro completo del percorso che il prodotto fa dal produttore al dettagliante e toccherebbe pertanto a loro far sentire la loro voce.
Le organizzazioni che ragruppano vari settori del commercio sono per esempio ANEIOA (Associazione Esportateori- Importatori), FEDAGRO (Federazione Grossisti) ecc ecc. Come sempre nel commercio non si riesce a mettere d'accordo su una linea unica i vari soggetti e pertanto finora hanno quasi sempre preferito il silenzio.
Un primo passo verso un pronunciamento unitario potrebbe essere quello di organizzare un'unità di crisi, un comitato misto fra le varie associazioni, che si attiva in caso di emergenza (fitopatologica, scioperi nazionali, inclemenze climatiche ecc) e coordina azioni e reazioni attraverso comunicati stampa ed interventi in TV. In un secondo momento questo comitato o un suo portavoce potrebbe anche gestire la comunicazione "aziendale" cioè di tutto il comparto.
Se i vertici delle organizzazioni professionali non riescono ad attivarsi l'incentivo deve venire dalla base. Questo mio scritto vuol già essere uno dei piccoli tasselli per far partire la valanga che con la sua forza d'urto potrebbe convincere domani i tanti rappresentanti eletti a sedersi intorno a un tavolo e prendere questa piccola ma importante decisione. Purtroppo ancora oggi il nostro mondo sottovaluta l'importanza della comunicazione anche se i singoli sentono da molto tempo l'esigenza di una risposta comune sensata alle tante domande che vengono dal pubblico.
Quando i media affermano che è ingiusto che al produttore una merce venduta al dettagli a € 2.00 al Kg venga pagato solo qualche centesimo hanno ragione. Ma noi sappiamo che questo non è vero e lo dobbiamo dire e confutare negli stessi canali. Nello stesso tempo dovremo saper convincere che i servizi che forniamo sono tanti, tantissimi ed anche costosi (mano d'opera in primo luogo). C'è sicuramente inefficienza, ma essa si annida in tutti gli anelli della catena e non basta intestare la fattura a pochi soggetti (una cooperativa ed un supermercato) perchè il freschissimo che noi trattiamo ha comunque bisogno di programmazione, di selezione, di qualità, di velocità, di reperibilità capillare, di sanità certificata, tutte cose che costano comunque e sempre.
Pertanto La GDO ed i pochi dettaglianti indipendenti rimasti fanno finta di niente e spetterebbe alla vasta schiera di fornitori di servizi commerciali intermedi ed altri a prendere posizione. Quali sono le organizzazioni in grado di esprimere pareri fondati sulla profonda conoscenza dei meccanismi della distribuzione?
Le voci più importanti che pesano sui costi commerciali sono senz'altro la lavorazione, gli scarti in magazzino e sul punto vendita, gli imballaggi, il trasporto ed i margini degli intermediari. Tutti gli attori coinvolti in questi settori dovrebbero rispondere in caso di contestazione. In pratica però sono solo questi ultimi ad avere in mano un quadro completo del percorso che il prodotto fa dal produttore al dettagliante e toccherebbe pertanto a loro far sentire la loro voce.
Le organizzazioni che ragruppano vari settori del commercio sono per esempio ANEIOA (Associazione Esportateori- Importatori), FEDAGRO (Federazione Grossisti) ecc ecc. Come sempre nel commercio non si riesce a mettere d'accordo su una linea unica i vari soggetti e pertanto finora hanno quasi sempre preferito il silenzio.
Un primo passo verso un pronunciamento unitario potrebbe essere quello di organizzare un'unità di crisi, un comitato misto fra le varie associazioni, che si attiva in caso di emergenza (fitopatologica, scioperi nazionali, inclemenze climatiche ecc) e coordina azioni e reazioni attraverso comunicati stampa ed interventi in TV. In un secondo momento questo comitato o un suo portavoce potrebbe anche gestire la comunicazione "aziendale" cioè di tutto il comparto.
Se i vertici delle organizzazioni professionali non riescono ad attivarsi l'incentivo deve venire dalla base. Questo mio scritto vuol già essere uno dei piccoli tasselli per far partire la valanga che con la sua forza d'urto potrebbe convincere domani i tanti rappresentanti eletti a sedersi intorno a un tavolo e prendere questa piccola ma importante decisione. Purtroppo ancora oggi il nostro mondo sottovaluta l'importanza della comunicazione anche se i singoli sentono da molto tempo l'esigenza di una risposta comune sensata alle tante domande che vengono dal pubblico.
Quando i media affermano che è ingiusto che al produttore una merce venduta al dettagli a € 2.00 al Kg venga pagato solo qualche centesimo hanno ragione. Ma noi sappiamo che questo non è vero e lo dobbiamo dire e confutare negli stessi canali. Nello stesso tempo dovremo saper convincere che i servizi che forniamo sono tanti, tantissimi ed anche costosi (mano d'opera in primo luogo). C'è sicuramente inefficienza, ma essa si annida in tutti gli anelli della catena e non basta intestare la fattura a pochi soggetti (una cooperativa ed un supermercato) perchè il freschissimo che noi trattiamo ha comunque bisogno di programmazione, di selezione, di qualità, di velocità, di reperibilità capillare, di sanità certificata, tutte cose che costano comunque e sempre.
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