Dopo mesi di peggioramenti in tutti i sensi questo mese di marzo ci ha portato qualche segnale positivo. Se anche le fabbriche sono ancora ferme le borse non scendono più ma anzi da 2 settimane tentano di risalire. Anche il petrolio ha raggiunto di nuovo quota € 50 al barile dopo aver navigasto per mesi su base € 40-45.
Ma lo sfasamento fra le due realtà è di almeno 6 mesi perchè i mercati si sono fermati alla fine dell'estate scorsa mentre gli stabilimenti hanno ancora lavorato fino a fine anno ed anche fino alla fine di febbraio. Poi li ordini non c'erano più ed anche gli imprenditori più avveduti o più fortunati hanno dovuto ricorrere a cassa intgegrazione, licenziamenti, disoccupuazione o alle ferie forzate.
In seguito agli incentivi del governo per la rottamazione ed a favore delle autovetture ecologiche il calo delle vendite è rallentato in tutt'Europa.
Ma l'ortofrutta dove si colloca? Un giudizio preciso è impossibili perchè il raffronto con 12 mesi fa è influenzato dalle condizioni meteo completamente diverse. Da un lato le produzioni di frutta invernale immagazzinata per la lunga conservazione sono state di gran lunga superiori per mele e kiwi e deficitarie per le pere. Gli agrumi hanno invece sofferto in modo incredibile sotto le continue precipitazioni che da tantissimi anni non erano così copiose durante i mesi invernali. Lo stesso vale anche per le verdure che hanno visto i raccolti falcidiati dalle piogge e se anche hanno spuntato prezzi alti non riescono a raggiungere livelli ricavi economicamente validi.
Il giudizio vuole pertanto rinviato di altri 2-3 mesi ma forse siamo oggi un po' meno pessimisti di ieri e dell'altroieri!
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