A Cernobbio Tremonti ha detto fra l'altro «Noi vorremmo che alle imprese vada la massima quantità possibile di denaro, ma in tutta Europa c'è una tendenza opposta da parte delle banche. La tendenza delle banche è a fare credit trade, cioè prendere soldi a zero e impiegarli. Sono capaci anche i bambini a fare le trimestrali così».
Avrà anche ragione ma il credito va dato a chi se lo merita. E' questo il criterio che va rivisto. E' facile concedere finanziamenti a chi ha solide garanzie (magari con proprie firme su capitali investiti altrove) ma ci sono anche soggetti che meritano credito solo per la serietà dimostrata in anni di rispetto delle leggi e per la bontà delle proprie idee e dei loro progetti per il futuro.
Queste ditte sono le prime a condannare gli affidamenti a concorrenti che da anni stanno sul mercato solo perchè copiano, sfruttano il lavoro nero ed hanno gli appoggi politici giusti condannando i veri giusti (che fra l'altro pagano le tasse) a vivere ai margini.
lunedì 7 settembre 2009
D'accordo con Tremonti ma serve un credito mirato e non a pioggia
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martedì 1 settembre 2009
UN CONTADINO CHE REGALA IL SUO RACCOLTO E' MATTO?
A Bagnacavallo di Romagna una famiglia di produttori ortofrutticoli decide di regalare le sue pesche piuttosto che venderle a una frazione del costo di produzione.
Io dico che regalare può anche essere un bel gesto. Spesso nella mia lunga carriera di operatore commerciale ho sentito propositi come questo. Ma quasi sempre il proprietario del frutteto ha preferito evitare il pericolo di danneggiamenti prevedibili nel caso di raccoglitori privati inesperti. Per non parlare dei pericoli che potrebbe correre in caso di infortuni sempre possibili.
Ma vorrei fare pensare senza il condizionamento del momento tragico che si verifica in occasione della coincidenza di tanti fattori economici negativi come in questo momento.
1) Il contadino è un imprenditore che deve saper giudicare il grado di rischio che corre nell'esplicitare il suo mestiere. In aperta campagna questo rischio è già ingigantito dal fattore meteorologico che può anche distruggere il raccolto di un anno. Ma è per questo che tutti i conti ben fatti si basano sulla media di almeno 5 anni.
2) Ci sono possibilità di assicurarsi contro i rischi di grandine ed anche contro altri rischi.
3) I produttori spesso si riuniscno con altri produttori vicini per organizzare altre difese anche economiche.
4) a livello comunitario sono previsti interventi a sostegno dei prezzi che in questi ultimi tempi sono diventati più complicati. Sono anche stati diradati per la protesta dei consumatori che non tolleravano più la vista dei buldozer che schiacciavano frutta buona.
5) le difese attualmente previste dai trattati comunitari esigono pianificazione e rapidità di interventi che quest'estate si sono dimostrate inefficienti.
6) Ricorrere alle accuse di inefficienza e di speculazione della catena distributiva non ha senso perchè essa ha gli stessi interessi dei produttori: guadagnare il giusto ed aumentare le vendite. Purtroppo anche qui ci troviamo di fronte a organizzazioni mastodontiche che avrebbero bisogno di programmazione almeno a medio termine.
MA LA NOSTRA PRODUZIONE non ha ancora la cultura di accettare prezzi stagionali ed ancora oggi preferisce cercare i facili guadagni di un momento di scarsità che non la tranquillità di una prezzo deciso a tavolino 6 mesi prima dell'inizio della stagione.
FINCHE' NON CI DECIDIAMO A REGOLARE AFFLUSSO DELLE MERCI VERSO LA DISTRIBUZIONE AL DETTAGLIO UTILIZZANDO PER ALTRI SCOPI LA SOVVRAPRODUZIONE (SE NON DISTRUGGERLA) NON POTREMO EVITARE PERIODI DI MISERIA COME QUELLI CHE VIVIAMO QUEST'ESTATE.
LA DIMINUIZIONE DEL CONSUMO ANCHE SOLO DEL 5 % INSIEME AD UN AUMENTO DI PRODUZIONE MINIMO GENERANO UN SURPLUS DI QUANTITATIVI CHE DANNO IN MANO UN'ARMA LETALE AI COMPRATORI DELLE POCHE GROSSE CATENE DI SUPERMERCATI. ESSI PREFERISCONO MANTENERE STABILI I PREZZI AL CONSUMO E METTERE IN CASSA I RISPARMI PERMESSI DAGLI SCONTI FATTI DAI FORNITORI. ALMENO POTRANNO MANTENERE STABILI I PREZZI ANCHE IN CASO DI NUOVI FUTURI AUMENTI DEI PREZZI D'ACQUISTO PREVENENDO LE DENUNCE DI AUMENTO DELLE ORANIZZAZIONI DEI CONSUMATORI.
Io dico che regalare può anche essere un bel gesto. Spesso nella mia lunga carriera di operatore commerciale ho sentito propositi come questo. Ma quasi sempre il proprietario del frutteto ha preferito evitare il pericolo di danneggiamenti prevedibili nel caso di raccoglitori privati inesperti. Per non parlare dei pericoli che potrebbe correre in caso di infortuni sempre possibili.
Ma vorrei fare pensare senza il condizionamento del momento tragico che si verifica in occasione della coincidenza di tanti fattori economici negativi come in questo momento.
1) Il contadino è un imprenditore che deve saper giudicare il grado di rischio che corre nell'esplicitare il suo mestiere. In aperta campagna questo rischio è già ingigantito dal fattore meteorologico che può anche distruggere il raccolto di un anno. Ma è per questo che tutti i conti ben fatti si basano sulla media di almeno 5 anni.
2) Ci sono possibilità di assicurarsi contro i rischi di grandine ed anche contro altri rischi.
3) I produttori spesso si riuniscno con altri produttori vicini per organizzare altre difese anche economiche.
4) a livello comunitario sono previsti interventi a sostegno dei prezzi che in questi ultimi tempi sono diventati più complicati. Sono anche stati diradati per la protesta dei consumatori che non tolleravano più la vista dei buldozer che schiacciavano frutta buona.
5) le difese attualmente previste dai trattati comunitari esigono pianificazione e rapidità di interventi che quest'estate si sono dimostrate inefficienti.
6) Ricorrere alle accuse di inefficienza e di speculazione della catena distributiva non ha senso perchè essa ha gli stessi interessi dei produttori: guadagnare il giusto ed aumentare le vendite. Purtroppo anche qui ci troviamo di fronte a organizzazioni mastodontiche che avrebbero bisogno di programmazione almeno a medio termine.
MA LA NOSTRA PRODUZIONE non ha ancora la cultura di accettare prezzi stagionali ed ancora oggi preferisce cercare i facili guadagni di un momento di scarsità che non la tranquillità di una prezzo deciso a tavolino 6 mesi prima dell'inizio della stagione.
FINCHE' NON CI DECIDIAMO A REGOLARE AFFLUSSO DELLE MERCI VERSO LA DISTRIBUZIONE AL DETTAGLIO UTILIZZANDO PER ALTRI SCOPI LA SOVVRAPRODUZIONE (SE NON DISTRUGGERLA) NON POTREMO EVITARE PERIODI DI MISERIA COME QUELLI CHE VIVIAMO QUEST'ESTATE.
LA DIMINUIZIONE DEL CONSUMO ANCHE SOLO DEL 5 % INSIEME AD UN AUMENTO DI PRODUZIONE MINIMO GENERANO UN SURPLUS DI QUANTITATIVI CHE DANNO IN MANO UN'ARMA LETALE AI COMPRATORI DELLE POCHE GROSSE CATENE DI SUPERMERCATI. ESSI PREFERISCONO MANTENERE STABILI I PREZZI AL CONSUMO E METTERE IN CASSA I RISPARMI PERMESSI DAGLI SCONTI FATTI DAI FORNITORI. ALMENO POTRANNO MANTENERE STABILI I PREZZI ANCHE IN CASO DI NUOVI FUTURI AUMENTI DEI PREZZI D'ACQUISTO PREVENENDO LE DENUNCE DI AUMENTO DELLE ORANIZZAZIONI DEI CONSUMATORI.
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I PRODUTTORI PIANGONO ma non riusciamo a portare a casa i sussidi di Bruxelles
AGRISOLE 24 ORE pubblica oggi 1. settembre 2009 un'altro articolo che ci fa piangere: è l'esame delle cifre che il MIPAAF fornisce e che riguardano lo stato dell'arte della ripartizione dei fondi assegnati a ogni stato membro nel quadro dei piani di sviluppo rurale 2007-2013 (Psr): sul totale di € 16,7 Mrd assegnato all'Italia per il quinquennio in corso finora siamo riusciti a portare a casa 1,5 Mrd ( il 9,1%)
Voglio qui esaminare con l'aiuto di un benchmark questa performance e prendo per esempio la provincia di Bolzano che ha già nel fienile il 29,6 percento (e 92,5 mln sui € 312 di budget iscritto).
Se tutt'Italia avesse fatto altrettanto avrebbe già incassato quansi € 5 Mrd. al posto dei 1,5 menzionati prima. Ma non è detto che si possa fare anche meglio.
Perchè Bolzano ci riesce ed il resto d'Italia no (la performance per dir la verità varia da un 3,7 % della Campania al 22,3 % delle Marche)?
I fattori sfruttati bene da Bolzano e che potrebbero essere d'esempio per le altre regioni sono:
- fin dai tempi dell'esistenza del mercato comune a sei nazioni Bolzano ha sempre concentrato molto interesse ed anche investito molti fondi per i collegamenti con gli uffici di Bruxelles
- Il fattore conoscenza lingue ha senz'altro favorito l'invio in Belgio di personale specializzato e motivato
- la presentazione di piani ben studiati e cofinanziati con la giusta tempistica hanno favorito l'inserimento nelle liste in tempo utile e redditizio
- la poca litigiosità e la collaborazione delle varie categorie professionali hanno permesso la concentrazione su pochi settori del vasto mondo agricolo permettendo un lobbying preciso ed efficace
- la presenza di pochi partiti politici ha facilitato decisioni e cofinanziamenti necessari in tempi ristretti.
Visto il benchmark italiano esistente è impossibile arrivare a risultati almeno simili in un prossimo futuro almeno in alcune regioni italiane che si considerano ben amministrate??
Voglio qui esaminare con l'aiuto di un benchmark questa performance e prendo per esempio la provincia di Bolzano che ha già nel fienile il 29,6 percento (e 92,5 mln sui € 312 di budget iscritto).
Se tutt'Italia avesse fatto altrettanto avrebbe già incassato quansi € 5 Mrd. al posto dei 1,5 menzionati prima. Ma non è detto che si possa fare anche meglio.
Perchè Bolzano ci riesce ed il resto d'Italia no (la performance per dir la verità varia da un 3,7 % della Campania al 22,3 % delle Marche)?
I fattori sfruttati bene da Bolzano e che potrebbero essere d'esempio per le altre regioni sono:
- fin dai tempi dell'esistenza del mercato comune a sei nazioni Bolzano ha sempre concentrato molto interesse ed anche investito molti fondi per i collegamenti con gli uffici di Bruxelles
- Il fattore conoscenza lingue ha senz'altro favorito l'invio in Belgio di personale specializzato e motivato
- la presentazione di piani ben studiati e cofinanziati con la giusta tempistica hanno favorito l'inserimento nelle liste in tempo utile e redditizio
- la poca litigiosità e la collaborazione delle varie categorie professionali hanno permesso la concentrazione su pochi settori del vasto mondo agricolo permettendo un lobbying preciso ed efficace
- la presenza di pochi partiti politici ha facilitato decisioni e cofinanziamenti necessari in tempi ristretti.
Visto il benchmark italiano esistente è impossibile arrivare a risultati almeno simili in un prossimo futuro almeno in alcune regioni italiane che si considerano ben amministrate??
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